Perché proprio a me?
Perché proprio a me?
Quante volte ci siamo trovati a pensare questa frase? Perché tutto ciò che di brutto esiste al mondo si abbatte sempre e SOLO su di me? Cosa ho fatto io, per meritarmi tutto questo? E da qui mille dubbi, mille domande a cui nessuno può rispondere.
Questo ci porta, troppo spesso, a sentirci soli e abbandonati da tutti. Ci sentiamo incapaci e inermi di fronte ad un problema. E iniziamo a pensare di essere sbagliati, di non essere all’altezza delle cose, che il mondo sia contro di noi, che Dio si sia scordato di noi per un nostro torto o mancanza. In questo vortice di pensieri negativi non troviamo un appiglio, qualcosa che ci faccia credere che le cose possano andare bene. Ma ci siamo mai fermati a chiederci realmente: Cosa posso fare io? Cosa posso fare per sollevarmi? Per me stesso? Dove posso trovare un appiglio? Non è semplice . È più facile lamentarsi che agire, è più facile dare la colpa a qualcuno piuttosto che a noi stessi.
Nadia Toffa, una giovane giornalista, ad esempio, aveva trovato la sua formula. È arrivata a pensare che il cancro fosse un dono, un’opportunità, perché Dio amandoci, non poteva farci soffrire . Era pazza? Io non credo. Penso che questa donna abbia avuto la forza di guarda oltre le sue debolezza, oltre i suoi limiti per qualcosa di più grande. Donava serenità e amore grazie ad un percorso di accettazione verso se stessa, secondo me enorme. Vivere una malattia, un problema, una sofferenza diventa difficile quando non ti fa più vendere altro. Quando quella sofferenza ci fa chiudere in noi stessi allontanandoci da chi magari vorrebbe darci anche una parola di conforto. A volte siamo così concentrati su noi stessi che non riusciamo a vedere e godere di ciò che abbiamo, dando tutto per scontato come la vita.
E tu? Quante volte ti sei chiesto perché a me??
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