IL PREGIUDIZIO
Dal latino praeiudicium , sentenza anticipata.
Come si evince dal significato della parola stessa, il pregiudizio è un giudizio precedente all’esperienza espresso in assenza di dati sufficienti.
Ma partiamo dalle origini…
La nostra mente utilizza molte strategie per lavorare e funzionare meglio, strategie che ci permettono di elaborare dati specifici in maniera molto veloce e “comoda “: delle scorciatoie mentali insomma!
Tra queste complesse operazioni ritroviamo ad esempio la CATEGORIZZAZIONE, quel processo cioè che permette di unire tutti gli oggetti con caratteristiche comuni o con funzioni simili all’interno di una precisa categoria. Processo che fa sì che le informazioni vengano poi recuperate con uno sforzo minimo. Per rendere più chiaro il concetto, possiamo immaginare la nostra mente come un magazzino molto ordinato in cui ogni cassetto e scaffale hanno un’etichetta che contrassegna il loro contenuto.
La GENERALIZZAZIONE invece è un processo che implica l’estensione ad una totalità. Tornando al nostro magazzino, per fare un esempio, dentro il cassetto con la dicitura “attrezzi”, potremmo trovare un martello, un cacciavite e così via. In questo caso la parola attrezzo è una generalizzazione di uno strumento. Il “martello” effettivamente è un attrezzo, ma è pur vero che non tutti gli attrezzi sono martelli… (come i cacciaviti ad esempio).
Ho ritenuto necessario fare una premessa per meglio far comprendere cosa significhi ”pregiudizio”.
Un pregiudizio non è altro che una scorciatoia mentale usata, appunto, per incasellare oggetti e persone in categorie prestabilite. Nel senso più proprio del termine, questo non avviene in presenza di un’esperienza diretta ma semplicemente mediata dalla cultura e dall’educazione che si riceve.
Un pregiudizio però diviene davvero tale solo quando questo resiste nonostante nuove conoscenze, divenendo rigido e inflessibile anche alla luce di evidenze che dimostrano il contrario.
Quindi è bene che la nostra mente utilizzi strategie per catalogare ciò che la circonda, ma allora, questo processo, è davvero una risorsa se poi oscura il nostro modo di vedere realmente le cose?
La risposta è ovviamente no!
I pregiudizi possono sfociare nella discriminazione ,portando alcune persone ad essere svantaggiate o escluse sia nella quotidianità che nel lavoro o a scuola .
Nei casi più gravi possono condurre alla violenza fisica e psicologica.
Chi è vittima di pregiudizi può riportare una bassa autostima ,perdita di fiducia arrivando addirittura a rivalutare se stessi , grande senso di diversità accompagnato anche da sentimenti di vergogna.
Non di rado questi aspetti,in chi è vittima ,si evolvono in comportamenti di isolamento creando un grande stato di sofferenza.
I pregiudizi come abbiamo visto possono produrre conseguenze negative e la componente più pericolosa di questo fattore è che il pregiudizio è un ospite mascherato, difficile da riconoscere soprattutto per chi lo mette in atto poiché quest’ultimo spesso e sottolineo paradossalmente si sentirà offeso se qualcuno evidenzierà questo suo aspetto.
Come si lavora allora su quest’arma così pericolosa e distruttiva?
La risposta non piacerà a molti di voi poiché, per abbattere i nostri pregiudizi, il lavoro inizia e finisce da noi.
Iniziamo magari dal riflettere quando qualcuno ci fa notare questo aspetto poco carino del nostro modo di fare; riconoscere che la nostra visione è guidata da un pregiudizio è il primo passo.
Detto ciò, è poi importate lavorare su noi stessi, ridimensionare e, se necessario, mettere in discussione le proprie idee e affrontare la diffidenza con il giusto equilibrio.
“Centro Pathos ringrazia la collaboratrice Vita per la stesura di questo articolo.”
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