Il CONFORMISMO. Come i gruppi sociali influenzano le nostre scelte

Pubblicato da Centro Pathos il

Ognuno di noi si sarà ritrovato, almeno una volta, di fronte a persone che agiscono contro i propri principi per uniformarsi al gruppo oppure ci siamo ritrovati in prima persona ad assecondare il pensiero della maggioranza ignorando quella che è la nostra opinione personale.

Questo fenomeno è conosciuto in psicologia come conformismo ed avviene nel momento in cui l’influenza sociale è così forte da modificare temporaneamente le nostre opinioni e/o da farci compiere azioni che non avremmo fatto se fossimo stati da soli.

Ma perché questo accade?

Avere delle opinioni uniformi aiuta il gruppo a rimanere unito ed infonde nei membri un senso di sicurezza dato dalla condivisione di norme e valori.

Tendiamo ad assecondare gli altri nel momento in cui riteniamo che le informazioni in nostro possesso non siano sufficienti per esprimere un parere personale ma anche quando sentiamo il bisogno di essere accettati dagli altri e riteniamo che, condividendo quello che pensiamo davvero, il gruppo ci rifiuterà.

Se, da una parte, il conformismo ci consente di diminuire l’ansia per la mancanza di informazioni e di ridurre la possibilità di conflitti con i membri del gruppo di riferimento, dall’altra può esporci ad alcuni rischi. Nel caso in cui ci troviamo di fronte ad una persona in difficoltà, per esempio, è più probabile che le presteremo soccorso quando siamo da soli piuttosto che nel momento in cui ci troviamo in gruppo. Questo accade perché le nostre insicurezze rispetto alla situazione ci portano a pensare che sicuramente ci sarà qualcuno più preparato di noi che agirà: decidere se e come intervenire comporta un’assunzione di responsabilità e, in questi casi, non pensiamo di possedere le risorse necessarie per prestare soccorso in modo più efficace rispetto agli altri.

Il conformismo presenta dei rischi anche quando si presenta come sottomissione incondizionata alle autorità. L’incapacità di sottrarsi ad ordini poco etici impartiti da figure che consideriamo gerarchicamente superiori è alla base di studi portati avanti dopo la Seconda Guerra Mondiale per provare a spiegare il perché degli orrori perpetrati durante il conflitto.

Il conformismo non è necessariamente un male, nella misura in cui ci consente di vivere serenamente la nostra vita sociale. Tuttavia è necessario non dimenticare che ogni nostra decisione comporta una responsabilità, soprattutto quando queste decisioni possono influenzare la vita di chi ci sta intorno.

La consapevolezza delle nostre scelte fa sì che il gruppo sia la nostra forza e non la nostra debolezza.

Centro Pathos ringrazia la collaboratrice Noemi per la stesura dell’articolo.


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