Le domande alla Fede 1: Ma se siamo tutti figli di Dio a che serve battezzarsi?

Pubblicato da Matteo Ingrassia il

Nell’enciclica Fratelli tutti, Papa Francesco ci ricorda che Dio è Padre di tutta l’umanità e ha creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità.

Ma, se Dio ama tutti gli uomini e tutti sono figli del suo amore creativo, a che cosa serve il battesimo? Non rischia di creare delle discriminazioni? Vediamo di capirci qualcosa!

Ciascun essere umano è indubbiamente voluto e amato da Dio in modo unico e irripetibile. In virtù di questo amore che ci chiama all’esistenza, qualunque persona, può avere un rapporto speciale e filiale con questo Dio che è Padre di tutti e che ci rende quindi tutti fratelli. Questa è quella che possiamo chiamare “figliolanza naturale”; per essa Dio ci riempie di tanti doni come la stessa vita, l’affetto delle persone care, la bellezza delle creature.

Ma Dio non si ferma qui; questa “figliolanza naturale”, infatti, è solo il punto da cui partire per una mèta ancora più alta. Il Vangelo di Gesù di Nazaret ci rivela che da Dio siamo fatti per ricevere doni ancora più grandi; Egli ha pensato per noi doni eterni. Siamo fatti per la l’eternità, per l’unione perfetta con gli altri e con Lui, per condividere la Sua Vita Divina. Questa condizione più alta e piena, che possiamo chiamare “figliolanza per grazia” o “figliolanza sovrannaturale”, è resa per noi possibile grazie a ciò che Gesù ha compiuto nella sua missione, in particolare nella sua morte e risurrezione e può compiersi in noi solo con la nostra libera adesione e collaborazione a Gesù e al suo Vangelo.

In questo progetto d’amore di Dio, il battesimo è indispensabile perché ci rende capaci di accedere a questa immensità di doni; ecco perché Gesù, prima di salire al Padre, manda i discepoli a battezzare ogni uomo.

Il battesimo su di noi ha due effetti. In primo luogo cancella il cosiddetto “peccato originale”. Questo non è un ‘peccato’ secondo l’eccezione comune; non è una colpa di altri di cui siamo resi colpevoli noi. Ma in breve possiamo dire che è una fragilità, una debolezza, che tutti noi ereditiamo e che non ci permette di credere alla gratuità dell’amore di Dio e al suo progetto per noi. Visto il periodo potremmo dire che il battesimo guarisce la nostra umanità ferita da questo dubbio su Dio e ci vaccina da un virus mortifero che ci allontana da Lui fonte della Vita.

In secondo luogo il battesimo, come ci insegna san Paolo, ci inserisce in Cristo. In altre parole ci innesta nel corpo spirituale di Gesù che è la Chiesa.

Unendoci a Gesù, il Figlio di Dio, il battesimo ci rende partecipi della sua figliolanza divina. Per grazia siamo resi partecipi della comunione d’amore tra il Figlio e il Padre!

Come Gesù operava e agiva nella potenza dello Spirito Santo, oggi anche il suo corpo spirituale che è la Comunità Credente è resa viva dallo Spirito Santo. In questo corpo formato da tutti noi, quindi, le membra possono agire con la stessa autorità e potenza spirituale di Cristo. In questo modo il battesimo ci rende cristiani, cioè presenza stessa di Gesù che annuncia e opera nel mondo; ci innalza alla dignità e alla potenza di Gesù Cristo. Pensaci, se hai ricevuto il battesimo, ti sono stati fatti grandi doni. Vivi fino in fondo ciò che hai ricevuto! Ma sai come fare?


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